LEGGENDE NAPOLETANE
labbra schiuse hanno una traccia di sorriso che è una indefinita speranza. È vero. è vero, il dolore è passato dal corpo all'anima; è vero, l'anima è
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leggiera e vellutata; si dilettava far sussultare di dolore quell'anima, gittandola bruscamente nella disperazione; gioiva facendola esaltare grado a grado
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cui metro è per lo più lento e soave e la cui allegria ha qualche cosa di chiassoso o di sforzato che cela il dolore; accattoni mormorano senza fine la
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Servilia che non ti possono amare e ti facciano morire dal dolore.
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padre e dai fratelli torturata. Ma per tanto e continuo dolore, che si può dire mangiassero veleno e bevessero lagrime, avevano ore di gioia inestimabile
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un singhiozzo interrompe il silenzio. Chi piange presso di lei? È forse l'eco del suo dolore? È forse la sua ombra, quest'altra fanciulla vestita di
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ed improntata di dolore la sua voce, così disordinato ogni suo gesto, che veramente parve superiore ad ogni vero attore, e parve che la verità animasse
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tumultuosa andrà ai consueti uffici, correrà dove il piacere la chiama, dove la chiama il dolore, amerà, odierà, godrà, piangerà, vivrà insomma come se
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anime sconsolate, o voi che per l'amore portate nel cuore sette spade di dolore, non vi sorrida la speranza di guarirvi qui. Qui amano anche le pietre
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stancava; era incurabile la malattia che gli corrompeva l'anima. L'occhio vitreo s'affisava sopra ogni cosa bella senza piacere, senza dolore; né festa
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bella che fa vivere l'uomo nella gioia o nel dolore della realtà. Lassù si sogna nella vita; qui si vive in un sogno che è vita. Lassù i solitarî e tristi